Cocktail e dintorni
Gli agrumi non sono tutti uguali: quali usare e come evitare errori
In tanti cocktail troviamo gli agrumi, ma non bisogna pensare che uno valga l’altro. Vediamo insieme come riconoscere un cocktail in cui usare il limone e uno in cui è d’obbligo il lime
La maggior parte dei cocktail, lo sappiamo, prevede l’uso di agrumi. Non è solo un vezzo, ma una componente acida importante, che va correttamente bilanciata con una parte dolce. Di solito il rapporto è di 2 a 1, dove quell’1 è costituito da uno sciroppo o un liquore.
Gli agrumi più usati sono il limone e il lime e, non ci crederete, ma è spesso molto difficile ricordarsi quale dei due utilizzare all’interno dei cocktail. Apparentemente simili, in realtà sono parecchio diversi.
Il limone è giallo, di misure variabili, originario dei paesi asiatici e molto diffuso in Europa e nei paesi dal clima mite, dal tipico sapore aspro e pungente.
Il lime è verde (nei cocktail, anche i colori contano!), di dimensioni piccole ma più standard rispetto al limone (infatti sappiamo che da un lime possiamo ricavare quasi sempre 3 cl di succo), di origini esotiche e coltivato in climi tropicali, con un gusto leggermente aspro e una nota finale dolce.


Utilizzare l’uno o l’altro all’interno del drink potrebbe cambiare il risultato finale, ma ecco un trucco per abbinare quasi sempre l’agrume giusto al suo cocktail: basta pensare alle origini del cocktail e al suo distillato di base. Sarà quindi facile abbinare il famoso Mojito cubano a base di rum con il succo di lime e un Gin Fizz con il succo di limone, per esempio.
Ma attenzione! Ci sono alcune eccezioni, come il Moscow Mule, un cocktail nato negli Stati Uniti e di ispirazione russa, dove è obbligatorio l’uso del lime e non del limone, come verrebbe da pensare leggendo la lista degli ingredienti e scoprendo che si tratta di un cocktail a base di vodka.
